Regno del Norwold


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La Seconda Guerra dei Due Imperi

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10 Klarmont 1044 DI

Senza alcun avviso numerose navi con insegna Thyatiana sbarcarono nel porto di Thyatia. Il duca Striker, di ritorno dai principati di Glantri venne avvertito dalla duchessa della situazione. Contemporaneamente i giganti del ghiaccio operarono alcune incursioni nelle Cento Baronie saccheggiando e devastando numerosi possedimenti, tra cui quello del barone Iki. Il duca Striker indì a quel punto una riunione d'emergenza dei nobili del regno.
Il terribile pensiero di Thyatia in fiamme attraversò le loro menti mentre superarono il Passo del Reggente tuttavia, una volta superata l'ultima collina, i timori svanirono pur lasciando in loro una profonda inquietudine: il fumo proveniva da numerose forge che affollano la vallata e la rischiarano col loro bagliore. Poco più in là, alcuni accampamenti militari dalle insegne Thyatiane.
Con i nobili del Regno riuniti in un consiglio di emergenza, improvvisamente si udirono i passi cadenzati di numerosi uomini in marcia, e dopo pochi secondi le porte del salone si spalancarono. Di nuovo due file di picchieri si disposero ai lati, mentre alcune persone avanzarono solennemente fermandosi ad alcuni metri dal tavolo dove i Lord perplessi stavano finendo di cenare. Davanti a tutti un uomo alto dai capelli grigi pettinati all'indietro e un curatissimo pizzetto poco più scuro, vestito con un lungo e pregiatissimo manto rosso porpora bordato di pelliccia bianca. Dietro di lui, oltre ad uno stuolo di ancelle e paggi, un misterioso individuo coperto da un mantello dai riflessi cinerei, il cui viso, parzialmente coperto dal cappuccio, stava nascosto da una maschera metallica priva di fattezze.
L'araldo dispiegò allora il gonfalone con lo stemma Thyatiano e annunciò Sua Eccellenza Lord Xenokrates, Signore del Consiglio dei Saggi del Celeste Impero di Atlantide e Vicario Unico del volere di Sua Altezza Imperiale Eriadna. A questo punto le insegne mutarono fattezze e colori e la sfinge alphatiana emersero allo scoperto.
"Vedo con piacere che, nonostante tutto, il cibo non Vi manca. Non preoccupatevi, saremo brevi e concisi - disse l'Alphatiano - Sua Altezza Imperiale Eriadna chiede cortesemente di poter usufruire, al nobile fine di tarpare definitivamente le ali all'impero di Thyatis di tutte le risorse, le armi, il denaro e gli uomini del Vostro piccolo ma ricco regno. A tal scopo sono stato autorizzato da sua Altezza Imperiale in persona a prendere nelle mie mani la reggenza del Norwold fino a che questo negozio non sia risolto in maniera soddisfacente, essa Vi sarà restituita in seguito insieme ad una degna ricompensa; nel frattempo Vi ringraziamo per la collaborazione che siamo sicuri ci accorderete".
Quindi il corteo lasciò la sala. Tra i Lord si levò un mormorio di disappunto. Re Ikkyu disse allora: "Il triste presagio del mago Weston si è dunque avverato. Qualcuno ha tradito ma chi poteva essere così informato da conoscere vessilli, armature e navi Tyatian? Piccolo è questo regno, eppure tanto importante. Io ne sono il Re, e, nel bene o nel male, non voglio lasciarlo nelle mani di altri. A lungo sono andato domandandomi quale fosse il giusto comportamento d'un sovrano e, quand'anche io non possa giudicare obiettivamente il mio stesso operato, sento che l'unica cosa giusta è restare su questo trono e seguire il destino del Norwold, in Fortuna o Disgrazia."
Dopo un'oretta il corteo Alphatiano si ripresentò:
"Dunque, i nostri uomini stanno prendendo posizione: siamo pronti a dirigere questo regno al meglio e..."
"No!" -
si alzò Ikkyu fieramente - "non m'interessa cosa ha detto Sua Altezza Imperiale Eriadna. Siete entrati con l'inganno nei nostri porti: se volete aiuto possiamo discuterne, ma non avete il diritto di entrare in casa a vostro piacimento e trattare me e i miei Lord come una banda di braccianti da quattro soldi. Questa non è la nostra guerra, e ciò ci dona il diritto di decidere se e quando scegliere una parte".
Xenokrates scoppiò allora in una fragorosa risata carica di disprezzo:
"Sciocchi! Credete che non possa prendere con la forza ciò che ci negate? Sua Altezza Imperiale Eriadna ci ha autorizzati anche a questo. Dunque è questa la vostra risposta; ebbene, ne subirete le conseguenze: preparate i vostri averi più personali, ché in capo a due giorni non resterà una sola aula in tutta Thyatia che non sia occupata dai miei uomini. Ne sono sbarcati già più di diecimila e altrettanti ne giungeranno tra pochi giorni: al contrario di Voi, Noi non scherziamo affatto. Fate i vostri conti.".
Il Re ovviamente non poteva mandare a morte certa tutti i suoi uomini e disse ai suoi nobili: "Non mi resta altra scelta. Sono costretto a chiedervi di radunare le Vostre cose al più presto. Con gran parte delle nostre forze lontane sappiamo tutti benissimo di non essere in grado di fronteggiare una battaglia, e in ogni caso non voglio una guerra civile tra le vie del mio regno". Disse poi alla contessa Elora: "Se non Vi disturba, vorrei ripiegare, almeno per il momento, nella Contea di Delsenora, è la città più vicina e facilmente raggiungibile. Lì ci riuniremo e conteremo le nostre forze, e discuteremo seriamente il da farsi. Intanto darò ordine a Kain Doshi che raduni in segreto da tutti i vostri feudi quanti più uomini possibile che abbraccino la nostra causa. Per ora andate a riposare, se vi riuscite. Domattina dovremo partire."
I nobili si ritrovarono allora nella Contea di Delsenora a riorganizzare la difesa. Respinsero gli Alphatiani una volta e ancora una seconda, mentre uomini del Re cercavano rinforzi in tutto il Mondo conosciuto dall'autunno all'inverno.
Risposero all'appello Bartolomeo di Mongravio, Conte d'Altomonte, Capitano delle truppe della Repubblica di Darokin, Viki, comandante delle forze di Ostland, Telpëringon, Re Supremo di Alfheim, Boffin, Signore dei Nani di Rockhome, le forze Glantriane ma soprattutto Thincol Torion Calidus I, Supremo Imperatore di Thyatis. La forza delle truppe fu allora in grado di potersi scontrare con gli invasori, anche perché Re Ikkyu riorganizzò la flotta ad Oceansend partendo alla volta della città assediata con uno spiegamento di navi mai visto.
La battaglia delle dodici ore si spiegò lungo la stretta vallata che porta oltre i rilievi del Passo del Reggente, verso la piana di Thyatia, dove appena un anno prima s'era combattuta la Battaglia dei Campi Thyatiani. Nella luce del mattino si spalancarono di botto i cancelli della città dei cigni e come formiche uscirono centinaia, migliaia di uomini in armatura. Altri e altri ancora ne accorreranno dalla zona del porto, ingombro come non mai di vascelli dalle insegne Alphatiane. In breve tempo l'intera pianura fu occupata da un incredibile numero di soldati dalle lunghissime lance, disposti in file perfette come un'inespugnabile selva di sarisse.
Anche Thincol ordinò la disposizione delle proprie truppe, nell'irreale calma di questo mattino d'estate. A fianco dello sparviero thyatiano, il bianco cigno del Norwold in campo azzurro e tutte le forze alleate. Lo scontro fu titanico, le forze alphatiane potevano contare su giganti del ghiaccio e una grande supremazia magica ma il coraggio delle forze alleate riuscì a contenerne la furia. Dal mare le inaffondabili navi di Re Ikkyu entrarono in porto: le navi Alphatiane strette nella morsa della potenza marinara del Norwold non poterono resistere per molto tempo. Le forze terrestri strette nella morsa delle Legioni alleate soccombero: coloro che tentarono la fuga vennero colpiti senza pietà dagli uomini di Ikkyu e dalle cariche dei cavalieri del Norwold.
Così ebbe termine quella che fu chiamata
La Battaglia delle Dodici Ore, poiché, iniziata al mattino, non si placò che a sera. Alphatia, sconfitta, ritirò ogni brama dal Norwold e da molti altri territori; molti sostengono, tuttavia, che il colpo infertole abbia causato perdite di molto maggiori ché già l'impero, da tempo vicino al collasso, faticò a mantenere stabile la situazione al suo interno, e più non giungono nuove su cosa sia accaduto di là dal grande oceano dell'Aurora.


Il racconto del secondo scontro epocale tra due grandi Imperi, dalle Cronache del Norwold di Kain Doshi



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