Regno del Norwold


Vai ai contenuti

Menu principale:


Storia antica

Storia

La storia dalla creazione all’incoronazione
del primo imperatore di Thyatis






Il Norwold antico ed i suoi abitanti

La storia del Norwold affonda le sue radici nella preistoria delle civiltà e della razza umana, a prima della Grande Pioggia di Fuoco. In quest’epoca il Norwold non si trovava alle latitudini attuali, ma era situato in una zona subartica e temperata, piena di montagne e rigogliose foreste, e situata molto a nord dell’Impero di Blackmoor. Numerose razze abitavano questa terra vergine, più o meno in competizione fra di loro per il dominio di territori e risorse.
Fra gli abitanti più antichi della regione ci erano i draghi ed i giganti. I primi, appartenenti soprattutto alle razze dei draghi d’oro e bianchi, abitavano le montagne ed i ghiacciai dei picchi più alti o del settentrione. I giganti, invece, erano sparsi in tutta la regione (soprattutto giganti delle montagne); vivevano in grandi sale nelle montagne, dove accumulavano i loro tesori. I più numerosi fra essi erano i giganti del gelo, che minacciavano questa regione dalle loro basi polari nei pressi del vecchio Polo Nord (l’attuale Ethengar).
A fianco di queste due razze ancestrali vivevano i rakasta, presenti fin da epoca preistorica (circa 14.000 PI) e divisi nella razze dei Pardasta delle Nevi, dei Rakasta di Montagna e dei Lincidi. Nella zona della Catena di Ghiaccio essi si trovavano strettamente a contatto ed in competizione coi Dena (ibridi Neathar-Uomini Bestia emigrati verso il 3200 PI dal Brun centrale nella Catena di Ghiaccio).
Altrettanto importanti e numerosi erano i nani antichi, che avevano le loro sedi principali nelle pendici e nelle valli della Catena dei Denti del Drago, dove convivevano amichevolmente coi draghi d’oro e combattevano i giganti per il dominio dei monti.
Negli ultimi secoli di questo periodo (3200-3000 PI), spinti dalle crociate di Blackmoor contro gli Uomini Bestia, gruppi sparuti di troll antichi si stabilirono anch’essi nelle catene montuose del Norwold, cercando di sopravvivere fra i più forti e numerosi nani, giganti, draghi e rakasta.


La catastrofe e la glaciazione
La catastrofe della Grande Pioggia di Fuoco fece cambiare anche al Norwold la sua latitudine, gettandolo interamente nella fascia subartica; il settentrione di esso si venne a trovare oltre il Circolo Polare Artico, e cominciò a congelare. I gravi mutamenti climatici, l’inverno nucleare e la contaminazione radioattiva causata dall’esplosione dei congegni blackmooriani nella Borea, misero in serio pericolo l’esistenza delle razze di questa regione. L'intera zona del Norwold venne investita da una piccola glaciazione locale che ne colpì soprattutto la regione centrale, ovvero quella compresa fra la Grande Baia e il Golfo di Kamminer.
I giganti del gelo furono i primi ad essere colpiti dagli effetti della catastrofe planetaria; il vecchio Polo Nord cominciò a scongelarsi, divenendo inadatto come loro habitat. Pertanto essi abbandonarono le loro sedi e cominciarono a migrare verso il nuovo Polo Nord, che si trovava ora a settentrione del Norwold. Molti clan di giganti del gelo oltrepassarono i valichi della Catena di Ghiaccio e, dopo una lunga migrazione, si stabilirono nella grande e fredda isola del Rifugio Gelido; alcuni altri clan restarono più a sud, stabilendosi nei ghiacciai della Catena di Ghiaccio.troll antichi videro spostate le loro tane montuose nel gelido nord, dove essi rischiavano di perire; molti clan di queste creature morirono, mentre coloro che riuscirono a sopravvivere emigrarono nelle catene montuose del meridione del Norwold, ed alcuni giunsero addirittura nel Mondo Conosciuto settentrionale.
I nani antichi, infine, furono pure essi colpiti duramente dal mutamento climatico, e prostrati dalla malattia causata dalla contaminazione radioattiva più delle altre razze.

Molti membri di questa razza perirono fra orribili sofferenze, altri emigrarono verso sud, in cerca di luoghi migliori dove vivere; la razza dei nani antichi si spostò gradualmente verso il Mondo Conosciuto, ma non si sarebbe mai ripresa del tutto dal declino: gradualmente le loro dimore nel Norwold sarebbero state abbandonate e lasciate vuote, finché l’intera razza non si sarebbe estinta del tutto verso il 1800 PI, sostituita dall’Immortale Kagyar con la rinforzata progenie dei Denwarf.
L'improvvisa riduzione delle risorse e le condizioni di vita peggiorate causarono anche aspri conflitti fra i draghi ed i giganti presenti nel Norwold; questi ultimi, infine messi alla strette, emigrarono in larga parte verso il nord ed il sud del Norwold, lasciando ai draghi il dominio della regione centrale. Queste battaglie fra draghi e giganti durarono secoli e sarebbero divenute materia dell’epica e delle leggende delle popolazioni barbare del Norwold.
La prima popolazione umana a giungere nel Norwold all’indomani della Grande Pioggia di Fuoco era costituita dai discendenti di popoli barbari che al tempo di Blackmoor erano vissuti presso gli Skandahariani, nello Skothar. Questa gente si stabilì nella tundra e nelle pianure settentrionali del Norwold (2900 PI), lungo il corso del fiume Spartiterre, e battezzò questo luogo Autuasmaa ("terra benedetta" nella sua lingua) e se stesso Jääkansa ("popolo dei ghiacci"). Nel corso di alcuni secoli essi, bloccati nell'espansione verso sud dalla glaciazione locale che aveva colpito il Norwold centrale, gradualmente passarono alla vita stanziale, praticando agricoltura di sussistenza in queste fredde terre del nord. Questi secoli per loro furono anche connotati dallo scontro coi giganti del gelo, che li attaccarono a più riprese a partire dal Rifugio Gelido.
Nei secoli seguenti avvenne anche la migrazione dei Dena, che, dopo decenni di competizione e contese coi Pardasta delle Nevi ed i Rakasta delle Montagne nella Catena di Ghiaccio, cominciarono ad avere la peggio; sotto la guida della guerriera Jotakk, essi si spostarono verso sud, penetrando nell’Altopiano Denagothiano (2700 PI).


La civiltà antaliana
Verso il 2500 PI la glaciazione locale che aveva colpito il Norwold centrale cominciò a scemare gradualmente, facendo ritirare i ghiacci perenni verso le vette delle montagne, e lasciando il posto a fertili e rigogliose valli dove fiorirono ampie foreste e grandi prati. Appena un secolo dopo (2400 PI), gli Antaliani, una popolazione umana, giunsero nel Norwold centrale e vi costituirono una vera e propria civiltà; essi erano una popolazione di feroci guerrieri biondi che imbracciavano armi di bronzo, abili nella navigazione. Nell’entroterra si batterono tenacemente contro i rakasta, le popolazioni dei giganti e dei troll antichi, ormai in declino, e contro i draghi. In breve tempo, sfruttando la supremazia che l’uso del bronzo concedeva loro, si espansero in tutto il Norwold, ma soprattutto nelle zone costiere, dove costruirono il grosso dei loro insediamenti. Verso sud la loro espansione fu bloccata dalla presenza di un temibile reame dei giganti e dei troll antichi, che occupava l’attuale regione che si estende fra Freiburg e Landfall.

Contemporaneamente, gli Antaliani vennero in contatto con gli umani dell'Autuasmaa, che a loro volta, vedendo le terre del Norwold centrale libere dai ghiacci, avevano incominciato una lenta espansione verso sud; questa lenta migrazione era stata tuttavia bloccata dall'arrivo degli Antaliani, cosicché gli Jääkansa restarono confinati nella regione dello Spartiterre e consolidarono il loro dominio su questa regione, dai giganti del gelo e costituendovi un regno unificato, il primo di tal genere a sorgere nel Norwold.
Nel giro di alcuni secoli, l’etnia antaliana si differenziò in due stirpi differenti: gli Antaliani delle zone costiere, abili navigatori e arditi guerrieri, ed i Vantaliani (diffusi soprattutto nella zona del Norwold centro-meridionale, separata dalle coste dalle catene montuose), discendenti dei pionieri spintisi nelle valli dell’entroterra, che ancora praticano vita semi-nomade ma sono diventati abili cacciatori ed esperti delle terre selvagge.
Attorno al 2100 PI gli Antaliani avevano ormai colonizzato gran parte del Norwold costiero e vaste regioni dell’entroterra; la loro espansione bloccata verso sud dal reame dei giganti e dei troll antichi, essi cominciarono ad espandersi oltremare, fondando insediamenti sull’Isola dell’Alba settentrionale. Fu da qui che, nel 2000 PI circa, i primi Antaliani, guidati dall’eroe Donar, giunsero a colonizzare le Terre del Nord e le isole del futuro Ostland. Nelle zone continentali, essi incontrarono tribù indigene di stirpe neathar ed olteca, con le quali alcuni clan si mescolarono dando vita alle cosiddette tribù thantaliane (antenate dei Thyatiani e dei Kerendani). Nei secoli successivi (1900-1600 PI), conosciuti come l’Età degli Eroi nella storia normanna, le imprese di figure epiche ora adorate come Immortali –quali Donar, Fredar e Fredara – causarono la definitiva caduta del reame dei troll antichi e dei giganti negli attuali Territori Heldannici settentrionali. Queste creature, molto diminuite di numero e potenza, si ritirarono gradualmente dalle valli, cercando scampo nelle grotte, nelle montagne e nei boschi più oscuri, e lasciando le valli aperte alla colonizzazione. A poco a poco, tribù antaliane provenienti dall’Isola dell’Alba settentrionale e dalle Terre del Nord si stabilirono in questa terra, che battezzarono Nordurland.
Mentre la civiltà antaliana raggiungeva così il suo apogeo, i draghi vivevano il momento più basso di tutta la loro storia su Mystara: in seguito alle tremende perdite subite durante la guerra contro il Signore dei Draghi blackmooriano ed a causa della Grande Pioggia di Fuoco, la popolazione draconica nel pianeta si era enormemente ridotta di numero. Alcuni gruppi di draghi dispersi per il Brun trovarono rifugio sempre attorno al 2000 PI nella Catena dei Denti del Drago, e decisero di radunare negli anfratti di queste impervie montagne i loro simili sparsi per le regioni vicine. I draghi fondarono così la città di Windreach come sede della popolazione draconica del Norwold, ed ospitarono nei loro nuovi domini elementi della declinante popolazione degli Eldar (l’antica stirpe progenitrice degli elfi e, secondo alcuni, dei draghi d’oro), per la quale ancora conservavano stima ed amicizia. L'afflusso sempre più grosso di draghi in questa regione causò tuttavia ripetuti e violenti scontri di questi grandi rettili coi giganti; le guerre fra queste due razze le indebolirono ulteriormente entrambe e permisero alle culture umane del Norwold di fiorire quasi indisturbate.


Le invasioni umanoidi e l’Età Oscura

Nubi oscure si addensavano tuttavia sul futuro apparentemente roseo della civiltà antaliana. Nel 1725 PI la Grande Orda umanoide guidata da Re Loark si mosse da Urzud, diretta verso oriente attraverso la Borea. Numerose tribù neathar semi-nomadi della Borea fuggirono di fronte all’arrivo dell’immensa orda umanoide, attraversando la Catena di Ghiaccio e trovando scampo nella gelida tundra settentrionale del Norwold, dove sopravvissero a stento. Qui vennero in contatto con il regno degli Jääkansa, che acconsentì ad ospitarli nelle terre limitrofe, dove questi Neathar continuarono la loro esistenza di cacciatori e nomadi al seguito delle mandrie di renne e caribù che attraversavano la tundra; agli Jääkansa essi divennero noti come i Vaeltajat (“gli erranti”).
Altre tribù neathar della Borea meridionale, spinte dagli umanoidi, si ritirarono anch’esse oltre la Catena di Ghiaccio, occupando le valli più interne del Norwold, oppure si diressero nell’Altopiano Denagothiano.
Nel 1722 PI la Grande Orda di Re Loark invase il Norwold, attraversando la Catena di Ghiaccio all’altezza della Grande Baia e portando morte e distruzione sulle civiltà antaliana e jääkansa. Il regno settentrionale degli Jääkansa ed i suoi alleati Vaeltajat semi-nomadi furono i primi ad essere colpiti: orde di umanoidi giunsero dall'ovest ed attaccarono il regno a più riprese, con una violenza mai più sperimentata dai tempi delle guerre contro i giganti del gelo; la civiltà di questi umani fu messa a dura prova dalla guerra, e subì gravi danni, ma sopravvisse. Molte tribù di umanoidi di etnia hyboriana (orchi, goblin, bugbear e troll) riuscirono comunque a stabilirsi nella tundra del nord, dove entrarono in feroce competizione contro i Vaeltajat e gli Jääkansa.
Il grosso della Grande Orda si riversò invece nel Norwold centrale, dando per undici anni (1722-11 PI) la caccia alla popolazione antaliana, trucidandola o riducendola in schiavitù, e devastando completamente i villaggi e gli insediamenti antaliani. Gli Immortali Odino e Thor, ritenendo a ragione in pericolo la sopravvivenza stessa di questa civiltà umana, ne trasportarono diverse comunità nel Mondo Cavo.
Le tribù abbastanza accorte da essersi rese conto del pericolo fuggirono dalla regione prima che il peggio arrivasse: le tribù di stirpe vantaliana si rifugiarono nelle valli del Norwold sud-occidentale (dove la presenza dei draghi dei Denti del Drago contribuì a salvarli indirettamente), oppure emigrarono del tutto dalla regione – oltrepassando la Catena di Ghiaccio a nord dell’Altopiano Denagothiano e dirigendosi nelle Terre di Mezzo, oppure verso sud, cercando scampo fra i propri simili nelle Terre del Nord (come la tribù dei Vandari). Altre tribù di stirpe antaliana, udendo invece i racconti riguardanti la prosperità dei Dena dell’Altopiano Denagothiano, emigrarono in massa colà, cercando la salvezza dalla distruzione della loro civiltà ed una nuova patria in cui stabilirsi. Anche i rakasta si rifugiano perlopiù sulle montagne di fronte all’arrivo della Grande Orda; gli umanoidi, maggiormente interessati al saccheggio che a stanare i tenaci rakasta dalle loro inaccessibili residenze montane, non li infastidiscono lassù.
Nel Norwold meridionale i giganti ed i troll antichi, cacciati dagli Antaliani decenni prima dalle loro terre, colsero l’occasione dell’arrivo della Grande Orda per uscire dalle loro tane ed attaccare in massa gli umani assieme agli umanoidi. Parecchie comunità del Nordurland vennero parimenti devastate, ma, grazie all’aiuto dei leggendari eroi Fredar e Fredara, gli Antaliani di questa regione riuscirono a sopravvivere lungo le coste ed a respingere a poco a poco il grosso degli avversari verso sud-ovest. Il progetto di invasione delle steppe dell’Ethengar prospettato a Re Loark da Akkila Khan salvò in ultima istanza questi clan dalla fine dei loro simili.
Dopo il passaggio della Grande Orda, il Norwold ed i suoi abitanti caddero in un’Età Oscura di miseria e barbarie; molte delle conoscenze antaliane ormai andate perdute, i clan antaliani e vantaliani si imbarbariroono, regredendo ad uno stile di vita semi-nomade basato sulla caccia e sulla pastorizia. Anche parecchie tribù umanoidi (soprattutto orchi, goblin, bugbear e troll), separatesi nei vent’anni scorsi dalla Grande Orda, restarono in questa fredda e vasta regione, contendendo agli umani le scarse risorse del territorio e combattendo con essi per la sopravvivenza. Le tribù umanoidi acquisirono diversi tratti delle culture locali, in particolare di quella antaliana, e le orde che si stabilirono più vicine alla costa riuscirono col tempo a padroneggiare l’arte marinara grazie alle conoscenze della popolazione indigena.
Nel nord, il regno degli Jääkansa uscì da queste guerre contro gli umanoidi molto indebolito. I giganti del gelo del Rifugio Gelido colsero l'occasione per piombare su di esso dal nord ed invadere l'Autuasmaa. Essi riuscirono facilmente, con l'aiuto di alcune tribù umanoidi, ad imporre il loro dominio su tutto il Norwold settentrionale, riducendo in schiavitù i Vaeltajat, gli Jääkansa ed anche quegli umanoidi che non si erano alleati con loro. I giganti del gelo costituirono così un regno di terrore e paura, riducendo in schiavitù gli umani indigeni, il cui regno venne praticamente annientato; il loro dominio sarebbe durato due secoli.


Il Norwold fra libertà e schiavitù
Dopo circa due secoli di spietato dominio da parte dei giganti del gelo, gli Jääkansa ed i Vaeltajat, guidati da alcuni dei loro più grandi eroi ed aiutati persino da certe tribù umanoidi insofferenti del dominio dei giganti, si ribellarono al giogo dei giganti del gelo. Nel giro di alcune sanguinose battaglie i giganti del gelo vennero respinti verso nord, e ritornarono nella loro isola del Rifugio Gelido.
Passato il pericolo, gli Jääkansa ed i Vaeltajat si ripresero le loro terre ancestrali, attorno al fiume Spartiterre e nella tundra polare.

Gli Jääkansa, il cui regno era ormai un ricordo del passato, assunsero nel corso dei secoli uno stile di vita comunque sedentario, insediandosi nelle terre lacustri situate attorno al fiume Spartiterre e nelle zone limitrofe (comprese alcune valli sul versante orientale della Catena di Ghiaccio); essi vivevano in villaggi di agricoltori, cacciatori, pescatori o boscaioli, ognuno comandato da un capo e labilmente riuniti da assemblee di capi alleati. I Vaeltajat invece conservavano il loro stile di vita semi-nomade e seguivano le grandi mandrie di renne e caribù, spostandosi fra la tundra e le grandi pianure del Norwold settentrionale. Qui continuarono a competere con le tribù di umanoidi hyboriani.
Fra il 1700 ed il 1400 PI altre tribù di umanoidi, soprattutto, ogre e coboldi provenienti dal Brun centrale, e rimaste indietro rispetto alle grandi orde del periodo precedente, giunsero nel Norwold centro-meridionale, causando ulteriori conflitti coi loro simili e con le derelitte tribù umane. Questi costanti scontri degli umanoidi con le tribù umane e la scarsità di risorse spinsero molte orde umanoidi a sfruttare le tecniche marinare apprese dagli Antaliani per praticare scorrerie via mare; il territorio deputato a questi saccheggi era soprattutto la parte settentrionale dell’Isola dell’Alba. Col passare del tempo alcune tribù, notando la presenza colà di un clima e di un terreno molto più favorevole all’insediamento e ricco, trasformarono le loro scorrerie in vere e proprie migrazioni, che portarono nell’Isola dell’Alba orchi, goblin, bugbear, coboldi, troll ed ogre. Un ramo della migrazione degli gnoll, spintosi verso nord, attraversa il Nordurland e giunge nel Norwold, dove si spande per il territorio, suscitando ulteriori conflitti con le altre tribÛ umane ed umanoidi presenti.
Al volgere del 1000 PI anche gli avidi occhi dell’Impero Nithiano si volsero in direzione del Norwold. L’Impero Nithiano era entrato nella sua fase di espansione più grande sotto il regno del faraone Tokoramses V, spingendo le sue armate verso il freddo nord, conquistando le popolazioni delle Terre del Nord continentali e, a partire dall’Isola dell’Alba, fondando teste di ponte sulla costa del Norwold, allo scopo di giungere nella Grande Baia. Era infatti interesse del faraone entrare in contatto con le entità elementali del Piano del Fuoco ed egli desiderava stabilire un collegamento diretto fra il suo impero e questo piano di esistenza, fondando una colonia nei pressi della zona dell’Arco di Fuoco – dove da poco era stata scoperta la presenza di un varco planare diretto proprio nel Piano del Fuoco. Le principali colonie nithiane vennero fondate nell’Isola dei Trichechi, all’imboccatura e nelle isole della Grande Baia, nella penisola di Alpha e alla foce del fiume Orso Bianco. Il faraone Tokoramses V si recò in seguito di persona in quest’ultima colonia, e di lì si recò in pellegrinaggio presso il favoloso Arco di Fuoco (970 PI).
Nel corso del secolo seguente (1000-900 PI) i Nithiani deportarono numerosi schiavi halfling nelle loro colonie norwoldesi; questi piccoli umanoidi erano infatti ritenuti più resistenti al clima settentrionale e soprattutto più facili da domare in caso di rivolta in luoghi così lontani. La maggior parte di questo schiavi halfling venne assegnata alla colonia situata alla foce dell’Orso Bianco.
Il declino dell’Impero Nithiano segnò tuttavia gradualmente il destino delle sue colonie norwoldesi; le menti dei loro governatori sedotte dai sogni di potere insinuati da Thanatos e Ranivorus, esse si impegnarono in inutili guerre con le popolazioni umanoidi ed umane indigene, impoverendo i loro domini e
causando dolore alla popolazione. Alcuni insediamenti vennero annientati nel corso di rivolte servili causate dalla spossatezza della popolazione, altri soccombettero sotto i contrattacchi delle tribù umane ed umanoidi che essi stessi avevano aizzato. Nel corso degli ultimi due secoli di vita dell’Impero Nithiano (700-500 PI) le colonie norwoldesi vennero spazzate via dalla faccia di Mystara – ben poco rimase di esse a parte scarse e dimenticate rovine, poi obliate definitivamente grazie alla dannazione scagliata sulla civiltà nithiana dagli Immortali. Anche le poche colonie che a stento erano riuscite a sopravvivere persero ogni contatto con la madrepatria, ormai in preda alle guerre intestine. Nel corso dei decenni, la piccola parte di popolazione nithiana stanziata qui viene gradualmente assorbita dalle popolazioni locali e di fatto scomparve.


Le migrazioni dei semi-umani e la formazione di nuove culture umane
Durante il mezzo millennio prima dell’incoronazione del primo imperatore di Thyatis il Norwold divenne anche la meta di diversi gruppi di semi-umani, i quali per diversi motivi contingenti scelsero questa regione come meta del loro cammino.
Fra il 600 ed il 500 PI molti piccoli gruppi di elfi chiari del clan Shiye abbandonarono il Regno di Shiye-Lawr (in Alphatia) in seguito ai conflitti intestini e al disaccordo maturato con la politica del loro sovrano. Essi oltrepassarono il mare e si sparsero per il Norwold centro-settentrionale, stabilendosi nelle foreste più fitte; la loro concentrazione maggiore si trovava nella grande foresta situata a nord-ovest della foce dell’Orso Bianco, la Foresta di Lothbarth. Presto queste comunità elfiche divennero note agli altri abitanti del Norwold come le Case nei Boschi. Nei secoli seguenti (500-200 PI), in seguito alle imprese della potente maga elfica Lornasen (la quale fece ritorno dal Reame Silvano con un seme dell’Albero della Vita), fra gli elfi del Norwold si diffusero il culto di Ilsundal e la pratica di crescere ed accudire gli Alberi della Vita. Molti di questi clan elfici stabilirono buoni rapporti coi draghi che abitavano la Catena dei Denti del Drago, commerciarono con essi e ricevettero in cambio protezione dai giganti, dagli umanoidi e dagli umani.
Quasi contemporaneamente, ondate ed ondate di coboldi invasero la civiltà sotterranea degli gnomi, situata sotto i Monti Hardanger nel Soderfjord meridionale (490-300 PI). I clan gnomici, di fronte alla guerra di sterminio scatenata contro di loro dai coboldi, soccombettero progressivamente; molti clan di gnomi emigrarono verso il nord, abbandonando la loro patria.

Alcuni si stabilirono nei paesi poco più a nord, dove fondano alcune grandi città (come le Cascate di Torkyn nella Catena Wendariana); altri si recarono invece nel basso Norwold, dove entrarono in alleanza con le locali tribù di lupin Snoutzer Gnomici che vivevano nelle foreste; gradualmente si adatteranno allo stile di vita nei boschi e diverranno noti come gli gnomi delle foreste.
Nelle Terre del Nord, l’invasione delle caverne degli gnomi ad opera dei coboldi e lo sterminio della loro razza aveva messo in crisi la popolazione halfling locale (discendente di schiavi importati dai Nithiani), che si erano appoggiati agli gnomi sin dalla loro liberazione dal giogo nithiano. Stretti fra i feroci gnoll, gli aggressivi coboldi ed i possenti giganti, gli halfling decisero di seguire i presagi inviati loro dagli Alti Eroi: essi comunicarono loro che nella patria perduta degli Antaliani, nel profondo nord, un clan di halfling stava subendo enormi sofferenze e minacciava di scomparire; se essi lo avessero aiutato, assieme avrebbero potuto costruire una nuova patria che sarebbe stata per sempre prospera. Guidati dalla profezia e dal loro eroe Usamigaras, gli halfling si misero in marcia dalle Terre del Nord e, attraversando i pericoli del Norwold, vennero diretti dagli Alti Eroi fino alla foce del fiume Orso Bianco. Colà, essi si ricongiunsero coi loro simili, rimasti qui dopo la caduta della locale colonia nithiana, e li aiutano a ricostruire una loro patria. Venne così fondata la Contea di Leeha.
Contemporaneamente, nel corso del millennio passato dai tempi dell’invasione della Grande Orda di Loark, le culture umane antaliana e vantaliana sopravvissute al massacro ed alla miseria avevano mutato profondamente la loro cultura. Le tribù di sangue vantaliano che si erano ritirate nell’interno del Norwold e che già possedevano una cultura diversa dai loro cugini antaliani svilupparono una cultura semi-nomade basata sul predominio dei più forti e sulla guerra; stretti com’erano fra tribù di giganti ed umanoidi ostili ed i grandi draghi delle montagne, questi individui divennero gente feroce e spietata, il cui stile di vita venne per più versi condizionato dai contatti con le culture umanoidi. Essi cominciarono a chiamarsi Vatski, maturarono un proprio linguaggio, una propria mitologia e divennero noti come un gruppo di tribù barbare crudeli, spietate ed implacabili in battaglia.
I superstiti antaliani del Norwold centrale, invece, costretti ad abbandonare il loro stile di vita sedentario dalle circostanze, si trasformarono in una serie di clan e tribù semi-nomadi che viveva di caccia e raccolta nelle grandi foreste. Essi mantennero parecchie delle loro antiche usanze antaliane – come la venerazione di un pantheon simile – ma, vivendo in stretto contatto con la natura, maturarono sempre più un atteggiamento di rispetto e venerazione per questa ed i suoi rappresentanti, i druidi. Anch’essi vennero considerati barbari dai successivi esploratori del Norwold, ma più amichevoli e ragionevoli dei loro vicini Vatski.
I clan antaliani che erano sopravvissuti a nord della Grande Baia, invece, vennero assorbiti dalle migrazioni di tribù neathar che dalla Borea si erano spostate qui sperando di trovare scampo dalle scorrerie delle orde umanoidi. La cultura di questi Antaliani sedentari si mescolò a vario livello con le usanze nomadi dei Neathar boreani, generando una pluralità di risultati ancor oggi visibile presso i Viaskoda di queste regioni, le cui tre Bandiere sono il frutto delle unioni fra Antaliani e Neathar che avvennero in questo periodo.


La parabola di Alinor
Man mano che si allargava la sfera d’influenza del sempre più vasto ed opulento Impero Alphatiano, anche il Norwold cominciò ad essere contemplato come una possibile fonte di bottino e meta di conquiste.
Così, nel 125 PI il Principe Alinor, un potentissimo mago figlio minore del re di Haven, essendo destinato a non ereditare il trono avito, decise di ricavarsi un proprio reame nelle terre selvagge del Norwold. Col denaro derivantegli dai suoi possedimenti e con l’aiuto del padre – che sperava così di guadagnare una colonia per il proprio regno –, egli mise insieme una nutrita schiera di seguaci: semplici pionieri, mercenari ben armati, guardie del corpo e colleghi maghi, avventurieri e tecnici esperti della logistica, dell’edilizia ed di ogni sorta di campo necessario. Alinor confidava soprattutto nelle sue vaste conoscenze magiche e in una portentosa verga della vittoria in suo possesso per assicurarsi il successo dell’impresa. A bordo di una flottiglia di navi volanti, il Principe Alinor partì così per la sua spedizione.
Le armate di Alinor sbarcarono nella penisola di Alpha, dove venne fondata la colonia di Capo Alpha, un insediamento portuale dove attraccare le navi coi viveri, le vettovaglie, i materiali, e da usare come testa di ponte. Nel giro di pochi anni, grazie alle potenti magie di Alinor, i suoi eserciti si fecero largo fra le tribù barbare delle zone circostanti, assicurandosi vasti domini sulla costa della Grande Baia sia a nord che a sud-ovest della penisola, lungo la valle del Fiume della Sciabola. Alinor battezzò questo nuovo reame Alphia e fece costruire una grande città-porto all’altezza del collo della penisola di Alpha, con un suo grande palazzo che dominava l’intera città e dal quale intendeva governare a lungo; molti altri insediamenti vennero fondati e molti nobili alphatiani immigrarono in questa regione per accaparrarsi nuove terre (il più meridionale fra i palazzi costruiti in questo periodo si trovava alla foce del Fiume della Sciabola).

La politica espansionistica ed aggressiva dell’Alphia – e la necessità di numerosi schiavi per attuare le opere di costruzione che Alinor aveva in mente – portarono contro il reame sempre più nemici: le tribù umane indigene, gli umanoidi, infine persino i draghi dei Denti del Drago. Grazie alle sue possenti magie, Alinor riuscì inizialmente a trionfare, ma i draghi attaccavano spesso in modo molto rapido e distruttivo, ed il principe non riusciva a trovarsi ovunque nel momento giusto. Le meschine rivalità ed inimicizie che opponevano l’Haven alla corte imperiale alphatiana, dove lo scellerato imperatore Kerothar IV spendeva immani quantità di denaro nella preparazione del millennio del suo impero, impedirono l’invio costante ed efficace di aiuti imperiali ad Alinor.
La situazione si fece veramente critica attorno al 40 PI, quando i draghi effettuarono il primo attacco contro la stessa capitale dell’Alphia. Alinor decise di chiudere una volta per tutte la partita coi draghi: dopo assidue ricerche nelle biblioteche alphatiane e nel piano della Vecchia Alphatia, egli si dedicò all’elaborazione di un incantesimo epico che avrebbe dovuto distruggere l’intero tratto dei Denti del Drago dove abitava la maggior concentrazione di draghi, seppellendo i grandi rettili sotto le rovine delle loro tane. Dopo anni di scontri a malpartito contro i feroci draghi, egli scoprì infine l’incantesimo che cercava ed iniziò il lungo rituale per lanciarlo. Purtroppo per lui, i draghi vennero in qualche modo a sapere del suo intento e sferrarono il più violento attacco contro la capitale dell’Alphia che si ricordasse a memoria di vivente: Alinor, colto alla sprovvista nel suo palazzo, non riuscì a completare la magia correttamente e le energie magiche rilasciate dal suo incantamento agirono in modo opposto al previsto, facendo innalzare dalla terra un’aspra catena montuosa sotto il suolo della capitale. Il porto della città si insabbiò, gran parte della città sprofondò nella terra o venne travolta e distrutta, mentre il palazzo del principe venne sommerso dalla cresta montuosa e sepolto lì sotto; nacque così la catena montuosa nota come la Cresta di Alinor (33 PI). Alinor stesso rimase schiacciato dalle macerie del suo palazzo mentre cercava di afferrare disperatamente la sua verga della vittoria, ultimo simbolo dei suoi passati successi.
Senza la protezione del suo potente signore, la popolazione del resto del regno restò indifesa nei confronti non solo dei draghi, ma anche delle tribù barbare e umanoidi locali, le quali, udita la notizia della distruzione della capitale, attaccarono vendicativamente coloro che li avevano cacciati dalle loro terre e ridotti in schiavitù. Nel giro di tre decenni (33-0 PI) la maggior parte degli insediamenti alphiani fu distrutta e rasa al suolo, oppure venne conquistata da barbari ed umanoidi; anche quelle comunità che sopravvissero, nel migliore dei casi si ridussero a minuscoli villaggi. Alla parte di popolazione alphiana che non era riuscita a fuggire in tempo venne riservato lo stesso trattamento che essa stessa aveva riservato ai barbari: la schiavitù e la dispersione.
Soltanto un insediamento, quello di Capo Alpha, riuscì a sopravvivere come città, e venne risparmiato dalla furia dei draghi. La città fu talmente scossa dai terremoti causati dal fallimento dell’incantesimo di Alinor che gran parte delle sue fortificazioni e dei suoi edifici maggiori crollò, ma l’innalzamento della nuova catena montuosa che separava la penisola dal resto della costa se non altro la protesse dalle incursioni dei barbari. Negli anni seguenti la caduta dell’Alphia, la città riallacciò labili contatti con l’Impero Alphatiano, che tuttavia si disinteressò dell’immiserita Capo Alpha, sfruttandola solo di quando in quando come base di frontiera per il commercio di pellicce.



Il sito del regno del Norwold giocato e reinventato dai Cavalieri del Norwold | eloradana@norwold.net

Torna ai contenuti | Torna al menu