Regno del Norwold


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Le vele della guerra

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Musica lenta, tranquilla, quasi monotona. Dà la sensazione di un lento risveglio. Improvvisamente: una nota più forte, pulita, che si inserisce sulla melodia.


«Vele»

La nota si ripete più volte, alternandosi col motivo iniziale.


«Vele all'orizzonte»

Ormai la melodia è quasi sparita, coperta dalle note più forti, che formano un nuovo motivo, deciso ma allegro.


«Un gran numero di vele»

La melodia continua ancora un poco poi si attenua, per dare spazio al narratore.


«Fu questa la prima cosa che videro gli abitanti di Thyatia una calda mattina di Fyrmont. I vascelli si avvicinavano lentamente. Insegne amiche sventolavano nella calda brezza di fine estate. Erano navi Thiatiane. Navi dell’impero di Thyatis che si avvicinavano al porto della città, di questa città.»
«Vele. Moltissime vele. Vele, delle navi che attraccano al porto. Dalle imbarcazioni scendono decine... Centinaia di uomini, armati, chi con la cotta di maglia e l’armatura scintillante, chi adornato da vesti recanti incisi simboli arcani, la magia come scudo, la magia come strumento di offesa.»

La melodia cresce appena, si fa solenne


«L’aria è carica di aspettative: si respira odore di guerra. La serietà e la determinazione che si legge in quei volti, però, danno alla gente di Thyatia.. A noi tutti... Un senso di sicurezza e di orgoglio. Il nostro alleato era potente e allora non vi era dubbio su quale sarebbe stato l’esito delle battaglie che noi e loro, insieme, avremmo combattuto: vittoria poteva essere l’unica risposta.»
«Una delegazione di uomini si avvia verso il palazzo del Duca, dove una festa avrà inizio in onore degli alleati. Ma il clima che si respira nelle strade non è da meno: i soldati e gli usufruitori di magia vengono accolti nei mercati, nei negozi, nelle locande. A quel tavolo [Laslo indica un tavolo vicino al palco, al centro della locanda e visibile da tutti gli avventori] sedeva un gruppo di guerrieri, circondato dalla folla curiosa. Tutta la città era in festa. La guerra sarebbe iniziata presto, forse l’indomani, ma per una giornata la città si era fermata, stretta intorno ai suoi eroi.»
«Vele. Vele nei porti. Il vento è cessato. Le insegne delle navi amiche pendono inerti, in attesa, lungo i sostegni. La guerra poteva aspettare.»

La musica si fa soffusa, rallenta. Rimane solo una nota, la nota iniziale, quella delle vele. La nota si affievolisce, quasi a spegnersi. Lo spettacolo sembra finito.
La nota si riaccende, forte, minacciosa!


«Vele»

La melodia è simile a prima, ma più veloce, in minore. Esprime un senso di ansia. La Nota si ripete più volte, seguendo la recitazione.


« Il vento riprende a soffiare. Le vele si risollevano, rivelando un nuovo stendardo: lo stendardo di Alphatia!»

La tovaglia del tavolo muta colore, assumendo le tinte azzurre / verde acqua di Alphatia.


«Vele. Le vele si colorano dei colori di Alphatia. Come seguendo un ordine che nessuno ha pronunciato, in un attimo l’illusione finisce. Ovunque. Nello stesso momento. In tutta la città. Le insegne sulle armature e sulle vesti mutano, rivelando la temuta sfinge alata. All’istante, il sentimento di gioia e ammirazione lascia il posto alla paura. La stessa arte che era stata usata per infondere negli animi sentimenti di amicizia e di fiducia è ora il mezzo per immobilizzare col terrore.»

La musica è sempre più incessante ma, a un certo punto, si ferma.


«Tutto è fermo. Nessuno osa porre resistenza. Alcuni soldati della città vengono sopraffatti in modo rapido ed efficace.»

La musica riprende, lieve, triste.


«Eravamo stati traditi. Tutti. Non c’era niente che potessimo fare!Le armi ci vennero confiscate. Venimmo radunati nella piazza del mercato, tenuti sotto stretta sorveglianza. Le truppe si radunarono intorno al palazzo. Anche il Duca era prigioniero. Prigioniero in casa propria!
Passarono i minuti. Tutto era fermo.»

La musica si ferma un attimo, poi riprende sommessa.


«Un leggero vento inizia a levarsi. Le nuvole offuscano il sole. Dal mare, un rumore assordante: un tornado!»

Musica forte, esprime ansia.


«Con una precisione innaturale, si abbatte sulle navi nemiche. Il silenzio diventa caos. Alcune navi affondano. Gli incantatori si muovono e gesticolano freneticamente, cercando di bloccare il flagello, senza sortire alcun effetto.
I guerrieri volgono lo sguardo, incerti, verso i loro superiori. Gli alti gradi cercano consiglio presso gli usufruitori di magia. Per alcuni secondi è il caos più totale.»
«Dalle stalle del palazzo escono alcuni cavalieri: un tentativo di riscossa! In un attimo, la popolazione, esasperata dal susseguirsi degli eventi e dal terrore quasi palpabile, si volge contro i guerrieri nemici, unendosi ai cavalieri del Norwold in uno sforzo comune.»

Musica trionfante ma malinconica.


«La guerra era iniziata e le prime vittime del Norwold furono proprio qui, a Thyatia.»

La musica si placa. Diminuisce di intensità. Ritorna il motivo iniziale.


«Vele. Il vento solleva brandelli di vele e le deposita sul terreno, quasi con grazia, sudario improvvisato su corpi senza vita.»
«Vele. Vele nella polvere. Vele nel sangue.»

La musica cessa.



La storia dell’arrivo delle navi Alphatiane nel porto di Thyatia, dalle Cronache del Norwold di Kain Doshi, cantata e musicata dal bardo Laslo


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